SINDROME DA STRESS: PERCHE' E' BENE EVITARLA

16.02.2012 10:50

Risale al 1936 il modello interpretativo di H. Seyle sulla patogenesi dello stress, a cui diede il nome di sindrome generale di adattamento (General Adaptation Syndrome). Di fronte a qualsiasi tipo di stimolo, sia esso psicosociale, fisico o biologico, altrimenti detto stressor,si verifica un'attività fisiologica che mette il nostro organismo nelle condizioni ottimali per far fronte alla richiesta, attraverso un comportamento di lotta o di fuga. Se gli stimoli persistono la persona si organizza in senso difensivo per tollerare gli agenti stressanti, entrando quindi in quella che viene definita fase di adattamento. Se gli stressors continuano a perdurare, l'individuo esaurisce ogni capacità di adattamento e si determina un sovraccarico funzionale che si traduce nella sindrome da stress, l'anticamera di numerose malattie.

L'eccesso di stress è causa di gravi malattie, come diabete, neoplasie, malattie cardiache, e ciò è stato confermato da numerosi studi (Gohen et al., Dundee...). Il perdurare di situazioni stressanti, infatti, determinerebbe una incessante produzione di adrenalina che - a livello cellulare - si tradurrebbe in una iperattivazione dei normali processi bio-chimici (es:fosforilazione ossidativa, con esaltata produzione di energia); le cellule, quindi, vanno incontro ad un sovraccarico funzionale. Ulteriori conferme al riguardo giungono dagli studi di Holmes e Rahe dell'Università di Washington, secondo i quali esistono correlazioni significative tra una serie standardizzata di cambiamenti di vita - accumulati in un breve periodo di tempo - e il manifestarsi di diverse malattie (soprattutto a livello cardiaco).

Anche alla luce di queste considerazioni viene meno quel dualismo che per secoli ha diviso la mente dal corpo, quindi la salute fisica da quella psichica. Un contributo a questa visione dell'uomo come unità bio-psichica ci è fornito anche da Rita Levi Montalcini, secondo la quale l'Ngf (Nerve Growth Factor) metterebbe in relazione situazioni ambientali, sistema nervoso centrale e sistema nervoso endocrino ed immunitario. Questa scoperta permette una maggior comprensione dei disturbi psicosomatici ed evidenzia come fenomeni psichici quali l'ansia, la depressione, lo stress, e condizioni del nostro organismo, siano strettamente correlati.

Ma allora, esistono delle possibilità per far fronte allo stress? Al di là delle possibili soluzioni socio-culturali, una risposta ci viene fornita da Schultz, ideatore del Training Autogeno, una delle più efficaci e conosciute tecniche di rilassamento. Si tratta di una tecnica di autodistensione che consente, attraverso l'apprendimento di una serie di esercizi, la realizzazione di spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell'attività cardiaca e polmonare, dell'equilibrio neurovegetativo. La persona - una volta appresa la tecnica - è in condizione di applicarla a se stessa in ogni momento per prevenire o trattare disturbi specifici. Così come la totalità biopsichica di fronte a situazioni stressanti e conflittuali genera una serie di fenomeni psichici e somatici, così con il Training Autogeno si riesce a generare il quadro opposto, cioè l'opposto della sindrome da stress.

Quali sono i meccanismi neurofisiologici che determinano questi cambiamenti? Secondo Farnè, uno dei massimi studiosi della tecnica autogena, i meccanismi di azione del TA dipenderebbero dalla modulazione del sistema reticolare sul tono della corteccia cerebrale, nonchè sull'ipotalamo e quindi sull'equilibrio simpatico-parasimpatico e sulle ghiandole endocrine.

Non sottovalutiamoci quando, ad un certo punto, pensiamo "Come sono stressato!"

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