PERCORSI PSICOLOGICI: PERCHE' INTRAPRENDERE UNA TERAPIA

07.12.2011 18:02

Intraprendere un percorso psicologico è un modo, uno fra i tanti, di far fronte alla sofferenza umana. Così come quando si sta male a livello fisico si è spinti ad indagare e comprendere l'anatomia del corpo, quando c'è una sofferenza mentale con un conseguente senso generalizzato di malessere potrebbe nascere l'esigenza di indagare la realtà della mente, il suo funzionamento e l'eventuale patologia.

Un percorso psicologico prevede l'indagine e la cura della sofferenza psichica, è il trattamento dei disturbi emotivi, è un metodo di prevenzione del disagio attraverso l'uso di strumenti specifici della Psicologia. Il lavoro implica la collaborazione dello psicologo e della persona che chiede aiuto: tale lavoro si serve della parola, del colloquio, della riflessione, per giungere alla comprensione di quanto sta accadendo e trovare la soluzione più adeguata per il raggiungimento del benessere.

Si tratta di un processo interpersonale il cui obiettivo primo e principale è quello di riconoscere i sentimenti della persona e poi di modificarli, insieme alle cognizioni, agli atteggiamenti e ai comportamenti che creano problemi e difficoltà. E' irrealistico pensare di risolvere il problema nell'immediato del colloquio, poichè si tratta in primis di cogliere e comprendere il come e il perchè del malessere, per trovare nuove rappresentazioni di sè e dei rapporti con gli altri e con il mondo esterno e trovare nuove soluzioni ai conflitti.

 

QUANDO E' UTILE

E' utile un percorso psicoterapico nel momento in cui si pensa che alla base di un disagio (ansia, depressione, attacchi di panico, fasi della vita particolarmente difficili da affrontare) vi siano problemi o conflitti personali, difficoltà di rapporto con le altre persone, reazioni eccessive ad eventi o situazioni, difficoltà di accettazione di se stessi e/o del proprio ambiente.

E' indicato soprattutto quando la persona sente che la sua sofferenza di quel momento è il segnale di qualcosa di dissonante all'interno della propria personalità e che, oltre alla soppressione dei sintomi, potrebbe essere necessario un percorso di ricerca e crescita personale. Lo psicologo si attiva con la persona che chiede aiuto per comprendere il sintomo e lavorare insieme: "Perchè ora? perchè in questo particolare momento della mia vita e in questa particolare situazione?"

La sofferenza diventa allora l'occasione per aprire la "porta dell'anima" e gli strumenti della psicologia diventano la chiave per osservare la propria vita, conoscere il senso del proprio malessere e trovare la soluzione, insieme al terapeuta. Ridà dignità alla sofferenza in un'ottica di cambiamento, evoluzione e crescita.

 

COME FUNZIONA

Lo strumento principale in un lavoro di questo tipo è il rapporto che si instaura tra lo psicologo e la persona che necessita di supporto o aiuto, rapporto che si viene a creare in un ambiente protetto in cui è possibile osservare quale forma ha assunto la vita della persona, quali sono i suoi modelli interni di relazione, quali sono le sue difese e cosa lo porta a sentirsi in una condizione di malessere.

Tale relazione è un momento di riflessione della realtà spogliata di ogni maschera, poichè lo psicologo non giudica, ma comprende e aiuta a comprendere. Grazie al clima di fiducia ed empatia che si crea nel contesto terapeutico, la persona può "permettersi" di entrare in contatto anche con le parti di sè che ancora non conosce e che - forse - lo spaventano, perchè in quel contesto ci sarà un'altra persona ad aiutarlo per capire e risolvere le difficoltà. 

E' importante, inoltre, sapere che le parti sconosciute non sono sempre da vedere in un'accezione negativa, bensì potrebbero essere parti positive che contribuiscono allo sviluppo e alla crescita della persona.

"Ciò che non è presente nella coscienza ed è relegato nell'inconscio si manifesta per via sintomatologica: se non vi è altra via d'espressione tende, cioè, ad esprimersi attraverso i sintomi": se qualcosa in noi vuole vivere, ma non trova spazio nella coscienza irrompre sotto forma di sintomo. Se il significato del sintomo è svelato, se vi è integrazione cosciente dei contenuti di cui è portatore, se la personalità dell’individuo se ne arricchisce essendo più completa e più armonica, il sintomo svanisce. Semplicemente, non ha più ragione d’essere. In definitiva, il sintomo è sicuramente sofferenza ma è anche segnale della necessità di cambiamento. E' necessario riconoscere la sofferenza come un campanello d'allarme, attribuirle un senso e svelarne il significato, per giungere così all'incontro con se stessi.

 

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